Venerdì 29 Marzo 2024

Dal lockdown alla riapertura

di Mariacristina Righi

Prima settimana di shopping dopo il lockdown. Quali scenari si aprono per il retail? I consumatori torneranno a comprare in boutique, anche se con mascherina e guanti?

Alla vigilia della riapertura dei negozi l’indice Fashion Sentiment di Sita Ricerca che misura l’umore dei consumatori nei confronti delle spese di abbigliamento registra una crescita significativa, rispetto alla rilevazione del 25 aprile. La ripresa delle attività contribuisce in modo sostanziale a migliorare la percezione della situazione economica generale e anche personale.

Sebbene una fetta consistente della popolazione guardi con occhio preoccupato al futuro una parte ugualmente consistente è più orientata a una visione ottimistica della realtà – spiega Paolo Zani, partner Sita Ricerca - In questo contesto l’abbigliamento ha un ruolo importante, anzi è la spesa principale tra i beni di consumo, immediatamente dopo e non lontana dalle spese essenziali come quelle per salute, casa e scuola”.

Ma i consumatori torneranno a spendere? Il 38% dichiara che spenderà di più dell’anno scorso per la primavera-estate 2020 e solo il 12% pensa di saltare la stagione intera. Il 28% dichiara anche che andrà ad acquistare subito, il 29% invece aspetterà i saldi di agosto. Nella top ten dello shopping della riapertura, dopo l’abbigliamento esterno e le scarpe, al terzo posto c’è l’intimo, seguito da homewear, athleisure e lingerie da notte. 

Esplorando ancor più gli atteggiamenti l’aggiornamento del nostro osservatorio conferma due tendenze – continua Zani - Un acquisto orientato verso ciò che è strettamente necessario (il 46%) ma soprattutto l’attenzione al made in Italy. Alla fine di marzo sembra consolidarsi una dato intorno al 28%. Oggi il 36% dei consumatori dichiara il proprio interesse verso il made in Italy. Ma d’altra parte è anche il risultato della maturazione della nostra coscienza collettiva che in questo periodo mette al centro dell’attenzione le aziende italiane nella consapevolezza che la nostra ripresa e la nostra rinascita nascono da qui. In questo periodo abbiamo anche appreso un nuovo modo di relazionarci socialmente fatto di gesti e procedure necessarie per la sicurezza. Ebbene queste misure sono diventate parte del comportamento dei consumatori che si propongo di metterle in pratica per un acquisto in sicurezza”.

La riapertura dei negozi di abbigliamento per bambini è stata un po' la prova generale di quella totale. È interessante quindi una prima verifica per trarre eventuali indicazioni per la riapertura ora in atto.

In queste prime settimane abbiamo assistito a una crescita lenta ma costante degli acquirenti – osserva Zani - La percentuale di acquirenti settimanali calcolata sul numero di famiglie con figli 0-14 anni è cresciuta dal 15% della prima settimana al 20% dell’ultima. A questo dato va aggiunta anche la valutazione data dai consumatori di come hanno trovato i negozi in queste prime settimane di visita. Ebbene, in una scala da 1 a 10 la valutazione è passata da un poco più che sufficiente della prima settimana a un 7,5: insomma i clienti si dichiarano abbastanza soddisfatti e incoraggiano quindi i negozi a migliorare anche quegli aspetti, l’assortimento in primis, che sono rimasti un po' più indietro rispetto al resto e in particolare a tutta l’area della gestione degli accessi e della sanificazione degli ambienti.