Giovedì 18 Aprile 2024

Gabriele Magoga: l’importanza di restare uniti

Questa settimana parliamo della ripresa con Gabriele Magoga, rappresentante con base a Padova di marchi come Justmine, Brigitte Bardot, Iodus, Dsquared2 Beachwear e Skiny.

Gabriele Magoga manifesta un cauto ottimismo per quanto riguarda la ripresa dei consumi. “Le prime settimane hanno denotato una voglia al ritorno della vita normale – spiega - con negozi che hanno avuto dei buoni riscontri da parte delle loro consumatrici. In questa prima fase ho supportato i clienti per le trattative con le aziende per il ritiro dei saldi delle collezioni, e sono come non mai attivo sui social per promuovere e pubblicizzare le attività commerciali, non solo della mia zona, ma anche del resto d'Italia. Lo trovo uno strumento potentissimo che molti negozianti ancora non utilizzano nel pieno delle sue capacità”.

I negozianti si sono dimostrati inoltre consapevoli del fatto che l’intera filiera è in sofferenza e c’è bisogno di coesione e solidarietà: “Chiedono un aiuto concreto alle aziende, sapendo tuttavia che anche le aziende sono in difficoltà. A differenza di qualche mese fa sto trovando molta solidarietà tra le parti, entrambe ben consce che gli uni senza gli altri non possono farcela ad uscire da questa crisi. Quello che stanno chiedendo principalmente sono resi a fine stagione, per alleggerire il magazzino dalle inevitabili rimanenze. Purtroppo, diverse aziende non sono in grado di assorbire i resi, non avendo, per tutelare i propri clienti, un canale di "sfogo" come outlet o stokisti. Quello che stiamo proponendo, e che la clientela sta accettando, è uno sconto sul saldo della fornitura”.

 

Per quanto riguarda il calendario delle collezioni, prevede: “La maggior parte delle aziende uscirà con le collezioni estive ad agosto inoltrato. D'altronde non mi aspetto molti clienti disposti a programmare gli acquisti a luglio; credo che la campagna vendite quest'anno inizierà nella seconda meta di agosto, e dovrà protrarsi fino a tutto ottobre. Tecnicamente rischiamo di non avere il tempo materiale per poter far visita a tutti i clienti”. Tuttavia, non ritiene necessario in futuro modificare le tempistiche di uscita delle collezioni: “Le aziende hanno necessità di un tempo tecnico per produrre le collezioni che si misura in 2/3 mesi per chi produce in Europa e di 5/6 per chi produce nel continente asiatico”.

Secondo Gabriele Magoga lo scenario peggiore  fra quelli probabili è una seconda ondata del virus in autunno: “È uno spauracchio che non ci sta facendo concludere la campagna vendita invernale, che qualche azienda ha riaperto una volta terminato il lockdown. L'incertezza è da sempre una nemica potente del commercio. Non credo tuttavia in un ulteriore lockdown: penso piuttosto a zone rosse a macchia di leopardo, in base ai contagi. Questo scenario ovviamente porterà a diverse defezioni nelle attività commerciali: a soffrire di più saranno le attività nuove, quelle senza una specializzazione, e, ahimè, quelle che non si sono attivate dal punto di vista delle vendite on line, tramite social o portali dedicati. Temo anche per qualche azienda, che potrebbe soffrire da un lato la chiusura dei suddetti negozi, e dall'altra il mancato ricircolo generazionale dei negozi che hanno chiuso negli anni”.

Lo scenario migliore è che il Covid-19 sia in fase regressiva e non si ripresenti in autunno, in questo caso ci sarebbe, secondo Magoga, qualche negozio darebbe forfait, ma il danno resterebbe contenuto. In ogni caso, ci sarà da attendere almeno un paio d’anni prima di poter vedere i volumi dei consumi tornare a livelli normali.

Temo che si stia perdendo una grande occasione per ristabilire e riordinare le dinamiche commerciali – riflette - Sabato a Padova tutte le catene avevano promozioni, sconti e mid-season sale esposti in vetrina. E purtroppo anche qualche negozio multimarca  al dettaglio. Ma mentre questi ultimi lo fanno per la mera sopravvivenza, i primi lo fanno per un cannibalismo commerciale, becero e senza scrupoli. Mai come in questo momento il negozio multimarca al dettaglio andava tutelato nei confronti dei grandi colossi delle catene. Rischiamo così di avere città tutte uguali, dove non ci sarà più posto per chi ha contribuito negli anni alla crescita commerciale dei centri storici”.