Giovedì 28 Marzo 2024

Raffaela D’Angelo: qualità e consapevolezza

L’Italia è finalmente nella fase due e, assieme a produttori, distributori e negozianti, ci interroghiamo sul presente e sul futuro del settore. Qui vi proponiamo l’intervista alla stilista italiana Raffaela D’Angelo.

Per Raffaela D’Angelo la ripresa è indispensabile per ridare forza economica e psicologica a tutti. Ritiene che si fondamentale essere più realisti, avere più responsabilità e più consapevolezza di  quello che si fa. “E’ importante non farsi influenzare dal fast fashion – spiega - e non fare più iperproduzioni. Direi “Quality over Quantity”. I nostri clienti in passato hanno creduto in noi e scommesso con noi, occorre essere insieme, quindi io cercherò di essere accanto a loro”.

I mesi di attesa e il tempo “sospeso” hanno portato la stilista a riflettere sulla stagionalità e il concept delle collezioni in generale: “Credo sia necessario pensare collezioni diverse sia nelle uscite, sia nella composizione. Le collezioni a mio parere dovranno essere più compatte, essenziali, non servirà avere collezioni molto vaste, ma sì molto particolari. Io ho sempre fatto un prodotto Made in Italy e non cambierò né lo stile né il target. Certamente si dovrebbe arrivare a stabilire nuove tempistiche, ma gli italiani hanno un grande difetto, sono individualisti e non sanno fare sistema, a differenza di quello che succede in altri paesi. Io mi auguro che si arrivi a un nuovo calendario che accorci i tempi della filiera”.

Per far fronte alla nuova situazione, valorizzando ciò che c’è già in collezione, Raffaela D’Angelo punta molto sul pareo.  Il foulard o meglio il maxifoulard diventerà infatti l’accessorio must have dell’estate. “Non si porterà legato alla vita, forse non copriremo il corpo, ma lo avvolgeremo attorno al capo fino a coprirci naso e bocca - spiega la stilista - Lo appenderemo al nostro ombrellone, magari anche più di uno, come si faceva un secolo fa, fino a creare una protezione leggera, ma efficace. Nella sua versione mini, il foulard diventa bandana, ci si lega i capelli  o meglio ci si copre la bocca. E per le più fantasiose, con l'aiuto di due piccoli elastici, si annoda come una mascherina”.

Per quanto riguarda i possibili scenari futuri nel settore, ritiene che il peggiore, quello che non vorrebbe mai vedere, è quello in cui ci si dimentica di ciò che è successo e si torna come prima: “E che vorrebbe dire peggio di prima! Lo scenario migliore, e che mi auguro di vedere, è che il cambiamento di pensiero si trasformi in azione e si vada verso la consapevolezza di quello che facciamo, verso la sostenibilità, verso la responsabilità”.